Rivolta dei ceppalonesi contro gli Amministratori ottobre

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benjaminTutto vero.

Finalmente un atto di coraggio forte nei confronti di Amministratori accusati di anteporre l'interesse personale e delle proprie casate al bene pubblico.

Ma non spaventiamoci!!!  Il fatto risale agli inizi di un mese e di un anno lontano.

Trovandomi nell'emeroteca di Benevento per esaminare alcune annate di giornali della  "Gazzetta di Benevento", mi è capitato di leggere un articolo relativo al Comune di Ceppaloni che riportava come il 23 aprile del  1893 seguirono a Ceppaloni le elezioni amministrative  supplettive per la dimissione degli otto consiglieri del Capoluogo  del Comune, e in tale,  occasione il popolo Ceppalonese affermò la sua sfiducia nell'attuale Amministrazione, poiché le urne rimasero completamente desertenon essendovi stati elettori disposti a portarvi il contributo del loro voto.

 

Un vecchio documento del 1822

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benjaminda blog di Beniamino Iasiello 

L'anno scorso,  riportai una notizia dalla "Gazzetta di Benevento" la quale riferiva che a Ceppaloni, il 14, 15, 16, e 17  settembre del 1876, la comunità si accingeva a festeggiare la Madonna dell'Addolorata.

Circa 150 anni fa, la festa veniva registrata da un settimanale provinciale come una delle più importanti del Circondario durante la quale si svolgeva anche una fiera dove venivano premiati gli animali migliori presentati dagli agricoltori. Era una vera e propria festa corale con la partecipazione anche degli alunnni e dei maestri della scuola elementare.

Prima di questa data, non ho riscontrato  ulteriori notizie relative alla suddetta festa, che però, decenni e decenni prima, non esisteva in quanto il paese festeggiava S. Anna.

 Ciò  lo si deduce  da un documento contabile del 1822, che era una sorta di conto consuntivo, che il Sindaco inviava  all'Intendenza di Avellino, da cui, Ceppaloni, allora, dipendeva.

Pessimismo? Forse solo realismo

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benjaminda blog di Beniamino Iasiello 

Quando il mondo che ti circonda diventa caotico, incomprensibile, quando le notizie si accavallano con un ritmo continuo, senza tregua e senza lasciarti il tempo di organizzarle e di riflettere, quando la tua mente è stata occupata in tutti i suoi spazi dal clima che impazzisce, dall’ I. A. che sembra voler operare una rivoluzione tecnocentrica per relegare l’uomo ai confini del mondo, da una politica corrotta e contorta, da una televisione che oramai non si vergogna di rifilarci in ogni tg la passerella di politici che non hanno niente da dire; con “il mare nostrum†che è diventato la tomba di migliaia e migliaia di famiglie e di bambini che in cerca di un futuro hanno trovato una morte tragica e inumana, con lavoratori che ogni giorno trovano la morte tra gli ingranaggi di una politica del lavoro incapace di porre fine alle morti bianche, con le immani distruzioni provocate da guerre che hanno provocato centinaia di migliaia di morti, di cui decine e decine di migliaia di bambini rapiti, scomparsi, uccisi… beh, la tentazione di ritirarti nel privato sembra la logica conseguenza di un mondo impazzito che giorno dopo giorno divora se stesso.

Marzo: il mese della poesia

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benjaminIl modo migliore per celebrarlo è riportare alcune delle poesie scritte da poeti ceppalonesi che hanno sempre mostrato di tenere in massima considerazione la musa Calliope.

 

 

Il tempo del pensionato

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benjamin

Kronos e Kairòs: due aspetti del tempo con cui gli antichi greci indicavano, rispettivamente, la dimensione quantitativa , cioè il tempo che scorre, la vita che passa, e quella qualitativa, nel senso che è il tempo in cui accade qualcosa di importante che segna la nostra vita.

 

A questi ne aggiungo un altro che non poggia su nessuna riflessione filosofica, metafisica, teologica ma è una condizione esistenziale: il tempo del pensionato. Che si presenta come un ritorno alle origini, un rinchiudersi nel “ventre†del paese che, però non è più quello della sua gioventù; è un paesaggio diverso, sia fisico che antropologico: manca la piazza intesa come incontro – scontro dialettico - costruttivo, mancano gli amici, alcuni andati via per sempre, altri non motivati ad uscire per salute o per disinteresse rispetto agli eventi della comunità. Diciamo che anche le piccole comunità, oggi, non sono più paesi per vecchi. I baby boomers, come me, nati dopo della 2^ guerra mondiale non sono altro che … residuati di guerra[1].

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