Per i 150 anni dell’Istituto Magistrale (2^)

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benjaminLa prima scuola elementare femminile venne aperta nel 1863 presso l’orfanatrofio dell’Annunziata che attraversò molte difficoltà in quanto le poche alunne, provenienti dai paesi erano completamente impreparate e fu necessario organizzare un corso preparatorio prima di iniziare la scuola vera e propria.

Infatti, nel 1870, la Gazzetta di Benevento, nel riportare i risultati degli esami delle scuole elementari registrò che su 21 alunni, di cui 13 ammessi agli esami orali, i promossi erano stati solo 6 …   è notevole, continuava la Gazzetta, che delle sei ragazze presenti una sola fu promossa …   … ciò deve richiamare l’attenzione del Consiglio provinciale che è invitato ad aprire una scuola magistrale femminile, se si vuole dare un modo, come la provincia possa uscire dalle condizioni presenti della nessuna istruzione di questo essere femminile che è tanto potente mezzo di cultura e di educazione.

 

 

In quell’anno scolastico, le scuole elementari femminili ebbero, nel capoluogo sannita, un’affluenza di 216 alunni delle quali alla I^ 160 classe, 49 alla 2^e 16 alla 4^. Si capisce subito che nonostante funzionassero già da otto anni, il corso non aveva proceduto regolarmente perché non era possibile che la maestra … povera giovinetta … di una prima classe … certamente non può aver cura delle 160 alunne, mentre alle altre ne retavano di scarsissimo numero[1].

Subito dopo dell’Unità, per sopperire alla carenza di maestri, furono istituite le Conferenze magistrali[2] che erano dei corsi accelerati che, a volte, duravano anche qualche settimana: una sorta di diplomificio moderno che sfornava titoli e patente senza intrinseco valore .  

Finalmente il consiglio, stimolato dal Direttore della Gazzetta e dal prefetto Raffaele Cassitto deliberò con un voto contrario e un astenuto … lo impianto di una Scuola Magistrale femminile[3] triennale e delibera fissarsi in bilancio pel 1872 la somma di lire 5.000.

Alle spese contribuì, in verità, anche il Ministero della pubblica Istruzione con un sussidio di lire 4.000.        

Alla scuola fu annesso anche un convitto che fu la vera carta vincente perché poter risiedere nel capoluogo, permetteva alle ragazze della provincia, appartenenti soprattutto alla piccola borghesia paesana di poter frequentare la scuola, perché … i ricchi e agiati borghesi beneventani sdegnando che i loro figliuoli nelle scuole pubbliche si veggano accomunati a poverelli … continuavano, come in passato, a far educare privatamente le loro figlie, scegliendo di preferenza la scuola delle Orsoline, perché certi che la scuola preparatoria, messa in atto per l’incompleta inadeguatezza delle ragazze iscritte, fosse tutto al più sufficiente per le figlie dei poveri, sostennero la nascita di “Un Istituto di Educazione per le Nobili Fanciulle.â€

Oltre al fatto che erano pochissime le famiglie beneventane che pensavano a dare alle figlie una professione … tale da costringerle ad uscire di casa per esercitarla in paesi, non sempre lontani, è vero,, ma sempre lungi dalla protezione immediata dei genitori , meno restie a fruire della nuova istituzione apparvero subito le famiglie di agricoltori o piccolo proprietari, di piccoli impiegati e negozianti provinciali o li sospingesse desiderio di elevare la condizione sociale delle figliuole inurbandole … o li allettasse la sicurezza del posto comune[4].

La verità era che nella nostra provincia il feudalesimo non era mai finito e la rivoluzione borghese non aveva mai avuto inizio, o per meglio dire vi era una borghesia, certamente in ascesa, ma ancora fortemente conservatrice, che pensò solo e soltanto ad affermare la propria supremazia, e non fece alcuno sforzo per capire la cultura contadina dominante in tutto il Sannio, un abisso economico e sociale divideva i due mondi, per cui rispetto al grande discredito della scuola pubblica, l’arcivescovo, Camillo Rende, chiamò da Angri le Suore Battistine

Le difficili condizioni dell’istruzione nel Sannio furono evidenziate dal fatto che quando la scuola iniziò a funzionare fu necessario, essendo impossibile trovare a Benevento donne istruite atte ad essere maestre nella Scuola Normale,

chiamare la Direttrice e due maestre da Firenze che, l’anno seguente, furono sostituite da tre maestre che vennero da Brescia.

Chiaramente non bastava aprire la scuola per risolvere il grave problema della formazione delle maestre che trovò una serie di ostacoli, infatti alla fine del 1874, come dagli atti del Consiglio provinciale, su sette ragazze che sostennero l’esame solo due ottennero la patente di grado inferiore. Bisogna ricordare che nella scuola normale di Benevento, nel primo decennio circa, si sostenevano gli esami soltanto per ottenere la patente di grado inferiore che permetteva di insegnare nelle prime due classi primarie, mentre per quello superiore era necessario sostenere l’esame a Napoli, Avellino o Capua, mentre a Caserta per la patente maschile. E l’anno seguente, su 26 iscritte, ridottesi poi, per vari motivi, a 15, solo 5 furono approvate.

Nel 1876, la relazione del Provveditore Federico Quercia, di cui riporto i dati essenziali relativi ai tre circondari in cui era divisa la provincia: Benevento, Cerreto Sannita e S. Bartolomeo in Galdo, offre un quadro esauriente, però catastrofico[5], dello stato in cui versava l’istruzione elementare obbligatoria che allora era prevista in quattro anni.

Nel Sannio vi erano 111 maestri e 98 maestre di cui 24 non avevano nessun titolo, 6 maestri e 18 maestre, e 24 avevano i titoli … ma poca istruzione, poca capacità e nessuna attitudine all’insegnamento, quindi ogni 4 maestri c’ è ne era uno non adatto all’insegnamento.

Ancora, nei 74 Comuni del Sannio vi erano 209 scuole di cui 136 fornite di locali adeguati e 73 di locali infelicissimi, 101 erano provviste di arredo e 108 o non ne avevano o ne avevano pochi e mal conservati .

Nell’anno seguente, però, le alunne da 7816 diminuirono di circa 500 unità, ma il fatto più strano fu che gli alunni effettivi riscontrati dalle visite degli ispettori furono 4139: 3202 in meno rispetto agli iscritti. Un maestro aveva iscritto ben 85 alunni, invece l’ispettore ne trovò appena 11 . E, soprattutto non vi erano libri, per cui ognuno portava qualche libro che aveva in casa: solo nel Circondario di Benevento vi erano 60 scuole che facevano lezione in tal modo.

Credo si possa affermare che per alcuni decenni lo stato dell’istruzione era rimasto ancora quello di memoria borbonica se anche il Provveditore Quercia nella relazione di cui sopra deve prendere atto che ancora … i ricchi mandano i loro figli ai convitti nazionali o privati, annessi ai Licei ed ai Ginnasi, e non avvertono la necessità di fondare scuole nel loro Comune; i poveri non ne capiscono il bene, e sospettano che inviando a scuola i loro figli, questi si divezzino dal lavoro. Dicono e non dissimulano: le scuole sono pe’ i ricchi, i nostri figli han da maneggiare la zappa, han da vivere col lavoro quotidiano.

 

 Beniamino Iasiello



[1] Gazzetta di Benevento del 2 aprile del 1871

[2] Dovevano avere una durata di tre mesi … ma … Gazzetta di Benevento del maggio 1869 … è da riflettere che con 150 lire annue di stipendio che non pochi di essi ricevono per il loro insegnamento non possono certamente soggiornare in Benevento per un trimestre onde assistere alle conferenze magistrali.

[3] Le ragazze potevano iscriversi alla Scuola Normale al compimento del quindicesimo anno. I ragazzi invece dovevano aver compiuto il sedicesimo anno d’età. In Benevento sino al 1877 non era funzionante una Scuola Magistrale per i ragazzi che invece era stata aperta a S. Bartolomeo in Galdo. Con tutte le difficoltà che ciò comportava!

[4][4] Atti del Consiglio Provinciale 1871 - 1872, pp. 38 39.

[5][5] Nei tre circondari risultava, in media, iscritto il 3,16 della popolazione e i frequentanti l’1, 78. Il dato peggiore era quello del Circondario di S. Bartolomeo dove risultavano iscritti 2,36 alunni per ogni 100 abitanti, mentre i presenti erano 1,30.

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