Come eravamo

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benjaminInizia il mese di settembre e la festa dell’Addolorata è sempre più vicina. E’ stata da sempre la festa tra le più importanti del circondario che chiudeva le festività estive. Purtroppo da molti anni, essa è diventata sempre più leggera fino, per alcuni anni, a scomparire del tutto.

Ho avuto già modo, qualche tempo fa, di parlare di questa festa che negli anni Sessanta del Novecento era ancora importante, ma non credevo di riuscire a trovare ulteriori documenti che attestassero l’esistenza di questa festa in anni ancora più lontani.

Nell’esaminare dei vecchi giornali dell’Ottocento, per una ricerca di carattere storico – educativa, mi è balzato davanti agli occhi un breve articolo che dava atto della celebrazione della festa dell’Addolorata tenuta nei giorni 15 – 16 – 17 e 18 del mese di settembre del 1887.

 

Il giornale è La Gazzetta di Benevento del 26 settembre, da cui riporto, per intero l’articolo :

Nei giorni 15, 16, 17, 18, corrente ebbero luogo in questo comune le annunziate feste; queste erano state sospese dall’autorità politica per causa del morbo[1] che infieriva nel vicino comune di Altavilla, ma in seguito a premure fatte dal parroco Francione, dal Sindaco e da vari cittadini, il divieto venne tolto. In queste feste v’intervennero due concerti musicali, l’uno di Pontelandolfo diretto dal bravo maestro Giovanni dell’Aquila e l’altro di Prata; i quali concerti si distinsero particolarmente per la scelta dei pezzi musicali.

Il fuoco artificiale riuscì anche di soddisfazione del pubblico, sicché il deputato della festa, rev. Francione, può essere orgoglioso della felice riuscita di tutto ciò che aveva destinato.

La distribuzione dei premi agli esponenti del bestiame e agli alunni delle scuole riuscì brillantissima. Parlarono all’assemblea: il giovine avv. Alberto Polcari, il suo fratello Eugenio, e il sig. Antonio Mele[2].

La gentile adunanza non mancò di applausi per tutti e massime per il sig. Eugenio Polcari, che seppe assai bene dimostrare come la istruzione popolare sia la base e il fondamento della società civile, e come il merito dell’uomo non consista che nella propria educazione.

Seguì il saggio di ginnastica dato dagli alunni. E poi la distribuzione dei premi, a cui con distinta cortesia, si prestarono le gentili signore e signorine che onoravano di loro presenza la festa.

Mercé la solerzia del nostro bravo Sindaco Caruso[3] e del brigadiere dei R. Carabinieri sig. Torre, le feste procedettero con quell’ordine e tranquillità tanto difficili ad ottenersi in simile occasione.

La salute pubblica continua ad essere ottima in questo comune, non ostante la presenza di non pochi cittadini di Altavilla rifugiatosi nelle nostre campagne.

Smentisco formalmente ciò che fu annunziato da un giornale di Avellino e del Corriere della Sera di Milano circa la morte del barone Giovanni Sellitti; egli è tra noi e gode buona salute.

Era una festa corale che vedeva impegnati i settori produttivi della comunità e le istituzioni politiche e religiose, ma notevole fu l’idea di far partecipare gli alunni e i maestri perché, in quegli anni pioneristici, era importante mostrare ai genitori renitenti che mandare i propri figli a scuola significava sottrarli ad una sorte già segnata di ignoranza e miseria[4].

Ogni ulteriore commento mi sembra inutile! Se non che dal passato c’è sempre da imparare.

La Storia insegna, come affermava Antonio Gramsci[5], ma non ha scolari.

 

Beniamino Iasiello

 

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[1] Probabilmente un’epidemia di colera circoscritta

[2] Antonio Mele fu il maestro che nel 1882 fu nominato anche direttore della Banca Cooperativa di Ceppaloni. Al suo posto, Il Consiglio comunale nominò il maestro Giuseppe Rosa di Domenico.

[3] Pasquale Caruso fu Sindaco del Comune di Ceppaloni dal 1886 al 1892 e una seconda volta dal 1897 al 1899.

[4] In quegli anni funzionavano nel Comune di Ceppaloni n. 5 classi si cui due a Ceppaloni, maschile e femminile, una a S: Giovanni, una a Chianche (Beltiglio) e una in località Martini tra S. Giovanni e Beltiglio.

[5] Tra i fondatori del P. C. I. nel 1921, di cui ne fu anche segretario dal 1924 al 1927.

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