Pastniel. Quando Dio si commosse…

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Pastniel. Quando Dio si commosse… 5.0 out of 5 based on 1 votes.

benjamin… è il nuovo lavoro pubblicato, da pochi giorni, da Giovanni Barone, che, come sempre, è capace di stupire per la sua versatilità, per la determinazione e la capacità di contaminare realtà e finzione prospettando situazioni che ti prendono fin dalla prima lettura.

Pastniel è il luogo del mistero che mette paura e alimenta speranze; è luogo mitico di ricordi ancestrali che ritornano alla memoria creando una dicotomia tra due mondi che sembrano in contrasto: immanenza e trascendenza; Pastinel come luogo dell’anima dove si può entrare in contatto col divino attraverso la visione di una natura incontaminata fatta di ruscelli d’acqua, di splendide cascate … di fiori e piante di ogni genere con colori vividi e intensi.

 

 

Il viaggio che intraprende Giovanni è quello della speranza, di chi sta sperimentando una sofferenza immane e che tra timori e tremori si avventura per sentieri inesplorati di cui nessuno vuol parlare, ma egli è pronto a tutto perché la posta in gioco è molto alta e merita ogni sacrificio. Nel viaggio incontra il mondo del mistero che se da una parte lo atterrisce, dall’altra lo porta a seguire gli sviluppi non sempre facili che lo pongono a riflettere sui grandi problemi esistenziali: la vita, la morte, il mondo, Dio, la libertà dell’uomo;

Sono tanti gli spunti di riflessione che l’autore offre al lettore: argomenti di carattere storico, nei quali cala sempre la propria narrazione: il Medioevo, l’ebraismo, la cabala la Gematria che è una visione teologica dell’ebraismo che studia le parole scritte in lingua ebraica assegnandole un valore numerico, ma anche l’Antico e il Nuovo Testamento che mostra di conoscere molto bene.

E’ un testo che ti lascia senza fiato per il ritmo serrato dei dialoghi che si susseguono veloci e nervosi, sembrano avere la stessa fretta di Giovanni nel voler arrivare in quel luogo “magico†che non tutti sono pronti ad accettare, ma egli ha un’urgenza che non gli permette di pensare, ma di agire, di correre per ritrova l’albero della vita fondamento di quel luogo santo

Aleggia una suspense in tutto il romanzo che, come in tutti i “gialli†che si rispettano trova la sua fine nell’ultima pagina che è l’espressione di un amore infinito, di una fede che, anche nel dolore, trova se stessa nella consapevolezza che … il Signore aveva in riserbo per me un altro progetto … mi ha fatto conoscere la sofferenza, ha voluto stringere con me un’affinità profonda, ha voluto condividere con me un pezzetto della sua croce … parole struggenti, ineffabili e di una grande bellezza che solo chi è nella grazia divina può intendere.

In effetti, il protagonista del romanzo è  Luigi, fratello maggiore dfi Giovanni, che, purtroppo, colpito dal linfoma di Hodgkin, si spense, in poco tempo, nonostante tutti i tentavi fatti, anche il trapianto di midollo a cui si sottopose con la sorella, come Giovanni racconta, per salvare la vita del fratello.

Era un giovane che stava costruendo, tassello sopra tassello, la propria vita, ma la morte, che a volte sembra piaccia scompaginare il ritmo lineare dello svolgersi della esistenza, colpì duramente chi si apprestava a realizzare i sogni che, all’improvviso, si infransero nella dura lotta con la malattia.

E’ una narrazione a volte straziante: i genitori, la sorella, i fratelli impotenti di fronte ad una nemica sorda, che non vuole e non può ascoltare.

Una sofferenza, un dolore che non passa mai che tende a ritornare alla memoria in quanto incommensurabile è il tormento di chi perde un figlio giovane o un fratello che era visto come punto di riferimento della famiglia. Ci sono dolori che, anche dopo tanto anni non si dimenticano perché segnano il tempo tra un prima e un dopo della propria esistenza.

Pastinel parte da un evento, reale, straziante per riflettere su quei momenti e per ordire una trama che vuole essere il percorso attraverso cui voler credere che il luogo sacro di Pastinel, quella terra benedetta dove più forte è la presenza divina, possa davvero operare quel miracolo che oramai non è più possibile. Nella pagina conclusiva, con un coup de theatre, l’autore introduce direttamente la voce del protagonista, consapevole del cammino che la sua anima ha intrapreso e lungo il quale sarà accompagnato dall’Angelo  che Dio, già da tempo, gli ha messo accanto. Le parole che Luigi rivolge alla famiglia sono le parole di chi è grato per tutto ciò che ha ricevuto … siete stati meravigliosi … e a Giovanni, che ha cercato, in ogni modo, di cambiare il progetto divino, dice … ti vedo mentre osservi quella stella … io sono davvero quella stella , cercami sempre quando sei triste.

Romanzo di dolore, di forti emozioni, ma anche di grande speranza, di utopia, a volte, che cambia la Storia, ma non sempre la vita del singolo.

E Luigi era davvero un giovane splendido col quale spesso mi fermavo a parlare, a discutere e di lui ricordo ancora la solarità dello sguardo, la serenità che emanava la sua persona, la gentilezza, il senso del rispetto e il profondo amore che mostrava per tutto ciò che lo circondava, e sono certo che la lucentezza che quella stella diffonde nel firmamento celeste non avrà mai fine.

Bravo Giovanni.

 Beniamino Iasiello

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