Gli ottanta anni del “Maestro” Francesco Guccini
Due volte Maestro: perché in possesso del diploma magistrale e per l’autorità acquisita e riconosciutagli da tutti in campo musicale. E’ stato, anche, professore di Lingua italiana presso la scuola off – campus bolognese del Dickinson College, un liberal arts, con sede centrale in Pennsylvania. Oltre ad una laurea “ad honorem” in “Scienze della formazione primaria”, conferitagli dalle Università di Modena e Bologna.
Il 14 giugno, Francesco Guccini, uno dei cantautori italiani piùrappresentativi, conosciuti e amati dal pubblico di ogni età , compie 80 anni. E quindi … è quasi un obbligo quasi un dovere … come canta in una delle sue canzoni, ricordare chi, per circa sessanta anni ha saputo regalare grandi emozioni e riflessioni con la sua musica e i suoi testi, a cui, proprio l’anno scorso, la studiosadi Italianistica presso l’Università di Bologna, Gabriella Fenocchio, ha dedicato un’ antologia contenente circa 50 canzoniche, avendo la stessa dignità della poesia, dice la curatrice, vanno studiate con la stessa cura filologica riservata ai poeti, per cui ogni canzone è accompagnata dalle note e da un commento.
Risalgono alla fine degli anni cinquanta le prime … canzonacce… che non ottennero grande successo, diversamente da alcune canzoni affidate ai complessi musicali dell’Equipe 84 e dei Nomadi con i quali si alternava a suonare. Sono tante le canzoni e gli album scritti in sessanta anni di carriera, ma è con Radici(1972) che si assiste ad un salto qualitativo con canzoni come La Locomotiva, La canzone dei dodici mesi, il Vecchio e il Bambino e, successivamente, con Stanze di vita quotidianascrive Canzone per Piero dove è possibile cogliere, secondo alcuni, l’influenza leopardiana delle “Operette Morali” e in particolare del dialogo di Plotino e Porfirio … poi tutto è andato e diciamo siam vecchi, ma cosa siamo e - che senso ha mai questo – cammino di sogni fra specchi.
Alcuni anni dopo, con l’album: Via Paolo Fabbri 43, che è stato incluso tra i cento dischi italiani più belli di sempre, troviamo canzoni come L’avvelenata, Il Pensionato, a cui lo stesso cantautore è legato perché … metto in atto uno dei miei vizi preferiti: osservare, confrontare per trovare differenze e comparazione. A me piace in modo particolare per la capacità di analisi dei personaggi, per aver compreso il ritmo esistenziale della vita e perché è difficile non riconoscere nel ritratto di Guccini … il tratto universale … di una esistenza andata in tanti giorni uguali e duri – a come anche la storia sia passata tra quei muri.
E, ancora, Piccola Storia Ignobile, un’altra perla racchiusa nello scrigno dell’album, dove narra l’ipocrisia della società borghese rispetto al dramma dell’aborto. Tantissime le canzoni per poterle riportare tutte, ma non posso non ricordare, dall’album “Stagioni”, “Don Chisciotte” dove il cantautore, tenendo presente il capolavoro di Miguel de Cervantes, immagina un dialogo del cavaliere errante, figura fragile e poetica, col suo fido scudiero Sancho Panza, intorno al potere e alle diseguaglianze …
Don Chisciotte:
nel mondo di oggi, più di ieri domina l’ingiustizia
ma di epici cavalieri non abbiamo notizia;
proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto
di uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto …
Sancho Panza
… con questo brocco ed inutile scudiero …
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il capitale, oggi piĂą spietatamente,
riuscirĂ con questo brocco e questo inutile scudiero
“al potere” dare scacco e salvare il mondo intero? …
Don Chisciotte:
… il potere è l’immondizia della storia degli umani
e anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte:
siamo i grandi della Mancha, Sancho Panza e don Chisciotte!
Non credo che sia una semplice suggestione letteraria perché, in questi versi si coglie la vena di pazzia necessaria per combattere contro l’ingiustizia, le diseguaglianze, il potere, per il quale chi non rientra nei suoi schemi è considerato semplicemente un pazzo al quale non resta che l’internamento o la morte. Oppure combattere contro i mulini a vento! Nonostante tutto, però, è sempre necessario che nel mondo esistano … i grandi della Mancha, Sancho Panza e don Chisciotte.
La discografia gucciniana dopo la splendida Piazza Alimonda del 2004, dedicata a Carlo Giuliani che, durante i disordini verificatisi nel G8 del 2001 a Genova, fu colpito mortalmente da un proiettile sparato da un carabiniere, termina con L’Ultima Thule del 2012 che è ultimo lavoro del cantautore che ottenne un grande successoe due dischi di platino.
Con Scirocco, dall’album Madame Bovary, forse sottovalutata,svolge un tema a me caro perché riguarda, come scrive Guido Gozzano, le … rose che non colsi: è meglio che le storie svaniscano nel ricordo, perché quelle storie non finite, non concluse, restano fisse nella nostra mente tra i ricordi più belli e non come rimpianti perché conservano un sapore particolare che le rende più care … se le storie si fossero sviluppate, magari sarebbero finite male, o in ogni caso sarebbero finite.
Dal Don Chisciotte ad Odysseus, un altro grande mito letterario,Francesco Guccini ha spaziato nel mare magnum della letteratura di sempre, molti i riferimenti letterari e filosofici, tanto da far dire a Umberto Eco che Guccini era il cantautore più colto, di cuiammirava, in particolare, la folle impresa di far rimare amare con Schopenauer (la canzone è: Il Frate).
Capace di spiazzare sempre l’interlocutore, come quandorivendica di non essere mai stato comunista… lo stalinismo non poteva piacere a uno come me: libertario, azionista … mi sentivo anarcoide. Avvertivo il fascino dell’anarchia, dal punto di vista romantico più che ideale … per cui una canzone come “La Locomotiva” diventa ... una suggestione letteraria, non politica… che in 13 strofe canta l’ingiustizia perpetrata a danno dei più deboli e la storia di un macchinista ferroviere che cerca di lanciare (sarà l’unico (!) a rimetterci la vita) la locomotiva … contro un treno pieno di signori …
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva
lanciata bomba contro l’ingiustizia.
Ho ascoltato Guccini dal vivo, novembre del 2010 al Palalottomatica di Roma, dove tenne un concerto splendido, che concluse, come sempre, con La Locomotiva che fu accolta dall’urlo e dal braccio alzato di migliaia di giovani i quali testimoniarono che se è vero che … con le canzoni non si fanno rivoluzioni … si può tenere desta, però, l’attenzione sulle ingiustizie e le disuguaglianze del mondo.
Il che, oggi, è già un grande risultato.
Ma Guccini non è soltanto tra i più grandi cantautori della canzone - poesia italiana, ma è anche uno scrittore che insieme a Loriano Machiavelli, l’inventore del poliziotto Sarti Antonio, ha scritto cinque gialli, mentre da solo Croniche Epafaniche, Un matrimonio, un funerale per non parlare del gatto, Dizionario delle cose perdute, e l’ultimo, del 2019, Tralemmescuro - Ballata per un paese al tramonto che è entrato nella cinquina del Premio Campiello. Sarebbe il modo migliore per festeggiare gli ottanta anni con la vittoria di un prestigioso riconoscimento letterario; un libro, un racconto dove, ancora una volta, le radici dominano i ricordi di Guccini e dove Pà vana, sull’Appennino tosco- emiliano ritorna a vivere con le sue strade, il mulino, le case, i personaggi che la popolavano. Pà vana luogo dei ricordi e di un tempo, oggi, che non esiste più … non lampioni stradali, non luce nelle case … c’era buio fitto, e per girare di notte dovevi avere una lanterna … non sempre riescano a fare il quartetto, perché ogni tanto manca qualcuno … poi si salutano e tornano a casa … accuse di dilettantismo perché lui ti aveva fatto scarto a coppe, e te sei uscito proprio a coppe. La narrazione di Guccini ci fa vivere da vicino scene di vita quotidiana che anche il nostro paese ben conosce e, soprattutto, ci ricorda che come Pà vana, anche il nostro paese, insieme a tanti altri, è al tramonto. Untramonto che si colora, giorno dopo giorno, sempre di più di un colore grigio – nero che fa intravedere il temporale finale.
Se qualcuno dovesse storcere il naso per un’eventuale vittoria,basta ricordare che il menestrello cantautore Bob Dylan ha vinto il Premio Nobel scrivendo soltanto i testi delle canzoni!
Anche gli Auguri per Francesco, questa volta sono doppi: per gli ottanta e per il Campiello.
Beniamino Iasiello
