Coltura e cultura del vino a Ceppaloni

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benjaminL’agricoltura ceppalonese da sempre si è basata sulla coltivazione delle viti, del grano e, in parte, di alberi da frutta. Ricordo che,  al di lĂ    della grande raccolta delle ciliegie degli anni cinquanta – sessanta per la quale nel Comune vi erano molti punti di “ammasso”, era soprattutto la produzione vinicola e quella del grano  che concorrevano a costituire il  reddito di tante famiglie. Dai documenti esaminati negli ultimi 200 anni  ho rilevato che, quando la produzione vinicola e quella del grano erano scarse, diventava difficile riscuotere nel Comune anche le tasse: da un atto del 1791 …la mancanza del vino e la scarsezza dei cereali costituiscono l’infelicitĂ  di questo nostro Comune.

 

Di piĂą essendosi fatto il ruolo transattivo per giusti motivi di circa 200 ducati, il popolo per questo ne fa sentire le piĂą alte querele …  la raccolta di questo corrente anno per tutto questo tenimento è stata scarsissima di tutte le vettovaglie e specialmente il grano come l’anno scorso …  da una delibera  del 1856:  Il Comune di Ceppaloni  mancando di mezzi e risorse patrimoniali, atteso anco la mancanza del ricolto del vino …  La coltivazione delle viti  affonda nella notte dei tempi, come attestano alcune pergamene trovate nell’abbazia di Montevergine e in possesso di Carmine Maio, fondatore dell’”Azienda Agricola Rotola” in localitĂ  Rotola. Carmine, erede dell’antica cultura contadina, vive con entusiasmo e passione il proprio lavoro, ma anche con la curiositĂ  intellettuale di chi nel costruire il futuro non dimentica di interrogare il passato.

Ed è al suo desiderio di approfondire la conoscenza del territorio nel quale opera e produce dell’ottimo vino che si deve la scoperta di alcuni documenti  che  confermano  come la viticoltura nel Comune di Ceppaloni risalga, per lo meno, all’anno mille.

La ricerca disposta da Carmine Maio comportò il ritrovamento  di tre pergamene, redatte in “Scrittura Beneventana”, scrittura molto piccola e con caratteristiche particolari,  dove, nell’anno 1025 ,  per la prima volta compare in un documento la “Contrada Rotola”, a proposito della divisione tra fratelli di una proprietĂ  sita … in de loco Rotule, propinquo campo qui dicitur Neputaru … confinante con la … via antiqua maior, che congiungeva Benevento con Avellino, e con dei vigneti presenti nella zona.

 Nella seconda pergamena, che è una cartula donationis (testamento) datata 1038, si legge che un certo Rodenado, col consenso e la partecipazione della moglie, donava al fratello Ideraldo una terreno che si trovava in  localitĂ  Rotula presso Benevento …  quod est vinea et terra in loco Rotule, ubi campu Neputaru dicitur et Crapulanu nominatur …   piĂą la metĂ  dei beni posseduti in cambio di un mantello d’oro e di trecento tarì (moneta del tempo).

 Nella terza, infine, Maggio 1045, il maestro Iderardo, possedendo lungo il fiume Sabato un terreno … in  loco ubi Rotule nominatur, et ubi Campo Nepotaro dicitur, e ubi Caprulano nuncupatur, et ubi via de Arco nominatur … concede ad un proprio confinante la facoltĂ  di scavare altri corsi d’acqua, riservandosi il diritto di piantare un saliceto, attingere acqua e costruire un ponte per il trasporto del legname. Quasi sempre, come scrive  Giovanni Marino curatore della ricerca, l’attivitĂ  collegata alla produzione del vino era predominante, come è attestato anche da  molti atti notarili, e la vigna dava sempre un valore aggiunto alla proprietĂ  ed era la misura del valore della terra. Dai documenti emerge una realtĂ  del tutto  sconosciuta: Rotola come localitĂ  di una coltura e cultura viticola millenaria.

Continua...               

Beniamino Iasiello

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