Edoardo Bennato : tra rock e storiografia

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benjaminDopo cinque anni,  è ritornato Edoardo Bennato con un Cd intitolato : Le vie del rock sono infinite -dove canta  delle sue esperienze  di vita e  delle sue riflessioni su questa  nostra povera e martoriata Italia! Contiene tredici(ne aveva scritte 35 per questo album!) canzoni inedite che parlano d’amore,  di comunicazione ma anche  di politica con giudizi tranchant che hanno fatto molto discutere relativamente allo stato unitario  venuto fuori dal Risorgimento  e alla visione che espone  di quegli avvenimenti soprattutto in riferimento al fenomeno del brigantaggio nel sud dell’Italia. Hanno collaborato  con Edoardo Bennato,  anche Gianna Nannini,  Alex Britti e Fabrizio Renga,  storico collaboratore dei “Negrita.  Dell’album fanno parte: Mi chi chiamo Edoardo - Perfetta per me – Le vie del rock sono infinite – In amore – E’ lei – Io Tarzan Tu Jane – Un aereo per l’Afghanistan – Il capo dei briganti – Wannamarkilibera – Vita da pirati – Cuba – C’era un re – Per noi – Edoardo Bennato è uno dei grandi del rock italiano e del mondo musicale italiano,  da oltre un trentennio ci regala splendide canzoni cercando di non essere mai il clone di nessuno.

C’è chi imita Bruce Spreengsten,  chi Coldplay,  chi Bob Dylan,  per cui l’unico modo di riscattarsi da questa soggezione è quello di puntare sui testi,  per quello che si dice  nelle proprie canzoni. Ed è quello che ha sempre fatto il cantautore partenopeo,  ma a volte,  come in questo caso,  si è avventurato in un campo minato: l’unità d’Italia   e il brigantaggio,  dove le polemiche,  l’anno prossimo ci saranno solenni celebrazioni per i centocinquanta anni dell’unità del Paese,  abbondano e a volte molto a sproposito.  Le canzoni sono di buon  livello,  si ascoltano con  piacere,  ma come ha tenuto  a precisare,  egli tenta di differenziarsi dal rock americano e inglese attraverso i testi  che sono la misura del suo  rapporto con la realtà  e della sua visione del mondo e della vita.  In questo lavoro, si fa portavoce di quelli che sono gli umori popolari,  delle emozioni viscerali della gente che davvero  non capisce perché l’Italia si trova in Afghanistan o in Iraq,  che davvero resta presa  dall’incanto e dall’inganno della pubblicità e dai mostri che escono dalle” fauci della televisione”e che davvero crede che i “briganti” rappresentassero l’unica risorsa del Meridione contro  la conquista da parte del regno Sabaudo . Il capo dei briganti e C’era un re,  sono le due canzoni che gli hanno attirato feroci critiche: Il patto di Teano,  ha dichiarato in una intervista,  segnò la nascita del brigantaggio,  personaggi leggendari che difendevano la povera gente dagli aguzzini e dai tiranni. Sono passati 150 anni dall’unità d’Italia,  ma oggi nell’ex Regno delle due Sicilie esiste una entità,  che possiamo chiamare camorra o ‘ndrangheta che si è assunta il compito di difendere la gente dagli strumenti del potere che al Sud vengono percepiti come ostili”.  È  vero che sono solo canzonette,  ma non si possono far passare dei briganti per degli eroi,    forse che i briganti furono quelli come Carlo Pisacane o i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera che combatterono contro i  Borboni  ritenuti dal ministro inglese Gladstone”negazione di Dio eretto a sistema di potere”? La sola miseria,  si trova scritto nel rapporto della commissione di inchiesta sul brigantaggio redatto da Giuseppe Massari, non sortirebbe forse effetti  cotanto perniciosi se non fosse congiunta ad altri mali che l’infausta signoria dei Borboni creò ed ha lasciato nelle province napoletane. Questi mali sono l’ignoranza,  gelosamente conservata ed ampliata,  la superstizione diffusa ed accreditata,  e segnatamente la mancanza assoluta di fede nelle leggi e nella giustizia. Forse che i briganti combattevano per la povera  gente promettendo libertà e distribuzione delle terre(la vera causa delle rivolta contadina  che durò circa 4 anni e costò  un enorme numero di vite umane nel Mezzogiorno e mobilitò circa 120000 soldati,   la metà,  quasi,  dell’intero esercito italiano)? Ecco,  in tal modo oltre che falsificare la storia,  si assiste ad un tentativo di banalizzazione  di processi che sono molto più complessi. E’ anche vero che la storia è scritta dai vincitori e relativamente al brigantaggio non si hanno  documentazioni  né “controinformazione”,  ma da qui ad affermare(cantare)    che  i briganti(sono l’erede di Robinhood e difendo i disperati- dallo stato della vergogna con l’aiuto degli affiliati) difendevano la povera  gente( questa è una visione romantica dei reali processi allora in atto) così come  oggi  la criminalità organizzata la difende  dagli strumenti di potere che vengono percepiti come nemici, beh il passo è lungo. Qui addirittura si capovolge la realtà! Associazioni a delinquere mafiose che si ergono a paladini dei diritti di quelli che non hanno niente!!! Ma non sono proprio esse camorra,  mafia, ’ndrangheta che controllano il territorio al Sud, che si sono infiltrate nei gangli vitali della vita del paese diventando esse stesse strumenti di potere ? E’ quel potere della criminalità organizzata che viene percepito,  oggi,  con paura,  perché gli strumenti di cui si serve  sono sempre mezzi di violenza e di  morte. Come dicevo prima,  le canzoni sono gradevoli,  ma ritengo che la storia non possa passare attraverso le canzonette,  con tutto il rispetto che si deve alle opinioni di  Edoardo Bennato. D’altra parte è lui stesso ad affermare che il suo compito  e quello di scrivere canzonette e  far divertire il pubblico che va dai bambini  dai cinque anni in su. Una ultima chiosa che riguarda “Cuba”,   una delle canzoni suggestive  del Cd,    di cui dice: Cuba qual è quella falsa – qual è quella vera? Ma lo sanno tutti qual è quella vera:  povertà, mancanza di libertà, dissidenti in carcere dove, qualche settimana fa,  è morto Orlando Zapata Tamayo per uno sciopero della fame,  eppure Edoardo Bennato si chiede qual è la vera Cuba mostrando  grande comprensione e simpatia, mentre l’Italia è un paese ingovernabile in cui l’unità d’Italia e il patriottismo sono creati a uso e consumo  dei sacri valori e dei libri di scuola. Mi pare  una visione per lo meno riduttiva della nostra storia patria!

Beniamino Iasiello

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