CGIL e Sinistra a Piazza S. Giovanni

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benjaminDomenica scorsa ero a Piazza S. Giovanni alla manifestazione della CGIL. Non credo vi fossero un milione di persone, ma, certamente, tanta gente che ancora verso mezzogiorno affluiva verso la piazza. 

Sono stato iscritto alla CGIL Scuola per circa quaranta anni, ho fatto parte del Direttivo Provinciale, come docente ho rappresentato la CGIL nelle Istituzioni scolastiche, quindi, non credo di poter essere accusato di qualunquismo sindacale se oggi sono molto critico nei confronti dell’intero sindacato che non può tirarsi fuori dallo sfacelo nel quale il paese è caduto.

 

 

Ha gestito il potere insieme con i partiti della prima  repubblica e ha continuato successivamente con le altre forze di sinistra che credevano di mettersi la coscienza a posto indirizzando la protesta contro Berlusconi, ma, nel frattempo dimenticavano i reali problemi del paese.

La “bolla” scoppia, ma nessuno si era accorto di quello che stava succedendo e, con un paese in difficoltà gravissime, hanno continuato, negli ultimi sette anni, in una politica fatta di parole che non hanno trovato mai corrispondenza in un cambiamento reale del paese. Quasi tutti i paesi stanno venendo fuori dalla crisi, solo l’Italia resta ancora sotto osservazione dell’Europa. L’immobilismo è stata la cifra dell’intera classe politica italiana.

Per cui quando qualcuno osa mettere in discussione il potere d’interdizione del Sindacato o di vecchi dirigenti politici che, pur essendo stati protagonisti della vita politica nazionale, non hanno mai smosso nulla, viene accusato di qualunquismo o di voler perseguire una svolta autoritaria.

Mi auguro che questo governo, con tutti i limiti e le contraddizioni,  possa riuscire nell’intento di far scomparire dalla scena politica una classe dirigente che, in fondo, è stata molto mediocre e realizzi quelle riforme strutturali che permettano di dare slancio e nuova linfa ad una società profondamente e continuamente mortificata nella propria dignità.

E perché parole come “ lavoro, eguaglianza, giustizia, solidarietà” non restino soltanto suoni o idee a cui non “vengono date le gambe per camminare”. Forse, è necessaria una riflessione da parte del Sindacato e della Sinistra che tenga presente che lo sciopero generale è un’arma spuntata di cui nessuno ha più paura, ma che, soprattutto, si attrezzi culturalmente per evitare, come ha dimostrato l’economista Thomas Piketty ne “ Il capitale nel XXI secolo”, che le diseguaglianze aumentino sempre di più per cui, alla fine, i ricchi diventeranno sempre più ricchi, mentre i poveri saranno sempre più poveri. Già Carlo Marx era giunto a tale conclusione, ma i meccanismi economici della società capitalista sottesi aIl Capitale” di Marx e  a“ il Capitale nel XXI secolo” di Piketty sono completamente diversi.

 

Beniamino Iasiello

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